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IL FUTURO "DIGITAL-ONLY" DELL'ARTE CONTEMPORANEA ED IL POST COVID

1 gennaio 2021

Il mercato dell'arte pre COVID


Appurato che le opere d'arte sono informazione ed appurato che nulla al mondo meglio dei computer รจ in grado di gestire, trasmettere e far fruire informazione, ci si potrebbe chiedere perchรฉ il mercato dell'arte non ha colto fin dall'inizio le opportunitร  offerte dal mondo digitale, mi riferisco in particolare a ciรฒ che รจ avvenuto dalla seconda metร  degli anni '90 con la nascita dei personal computer e di Internet. La risposta a questa domanda legittima non risiede a mio avviso in una scelta direzionale o manageriale, ma piuttosto il ritardo รจ dovuto ad un problema della filiera. Mi spiego. I primi settori a cogliere le opportunitร  del digitale sono stati: mondo dei viaggi, mondo della musica (sebbene inizialmente per merito del sito pirata Napster), mondo dei libri (Amazon), mondo della pornografia, mondo del baratto, mondo della finanza, mondo dell'elettronica (Dell). In tutti questi mondi cosa รจ avvenuto? E' avvenuto che uno o piรน operatori rilevanti nella filiera si sono mossi con ingenti investimenti per riorganizzare i processi (ovvero per risparmiare soldi in personale) oppure per migliorare il proprio marketing (ovvero acquisire piรน clienti). E' bastato un solo operatore grosso della filiera (addirittura anche se pirata, come รจ accaduto nella musica) per rivoluzionare l'intero comparto. Ecco nell'arte ciรฒ non รจ avvenuto. Avrebbe potuto o dovuto farlo qualche grossa fiera d'arte (Art Basel?) o qualche grossa casa d'asta (Sotheby's?) o qualche artista rilevante e vivente (Koons? Hirst? Murakami?), l'unico che ha fatto qualcosa di rilevante รจ stato Saatchi con un portale aperto agli artisti emergenti, ma non รจ bastato a rivoluzionare un intero settore. Gli operatori allora anzichรฉ sposare il digitale ne sono andati, felicemente, in contrapposizione. La veritร  รจ che non capivano molto di quello che stava accadendo, ma, come scritto anche in molte fiabe di Esopo, tante volte si ostenta qualcosa solo perchรจ lo si teme o non lo si capisce. Ecco quindi che il  motto nei primi 15 anni del nuovo millennio รจ stato: "il digitale fa male all'arte". L'ho detto in molte interviste, sono molti i galleristi che mi dicevano che mettere online delle opere d'arte era un sacrilegio e soprattutto che mai un vero collezionista avrebbe comprato un'opera d'arte se altri l'avessero giร  vista online. Io ho sempre pensato che un tale collezionista a mio avviso, se mai esistesse, sarebbe un poco scemo e non molto amante dell'arte, ovviamente. Ma a mio avviso non esistono collezionisti scemi, sono piuttosto esistiti operatori confusi. Tra il 2015 e il 2020 รจ avvenuto che alcuni operatori, quali le case d'asta, hanno cercato di recuperare il ritardo, altri personaggi, per lo piรน del mondo dell'informatica e del mondo finanziario, capito l'enorme gap lasciato dagli operatori tradizionali, hanno costruito un impero, tra cui Artsy e Deodato, in modo veloce, semplice ed indolore.


Cosรฌ si รจ arrivati al 2020. Cosa cambia ora?

Ci sono eventi che sono "di rottura" in senso positivo. In senso positivo non perchรฉ fanno necessariamente del bene, ma perchรฉ il loro effetto รจ di velocizzare un processo che sarebbe comunque avvenuto. Ciรฒ che avverrร  nel mondo dell'arte nei prossimi 20 anni sarebbe comunque avvenuto nei prossimi 30, io stimo che il COVID abbia accorciato di 10 anni, tutto in un botto, processi che era naturale che avvenissero. Cosa accadrร ? Intanto si viaggerร  meno e se si viaggerร  sarร  piรน per godere di beni materiali, non godibili nel proprio domicilio, che per ottenere informazione che invece sarร  perfettamente facile ottenere senza spostarsi. Per farla breve: si andrร  alle Maldive, in crociera o a sciare, mentre con molta poca probabilitร  si vorrร  prendere un aereo per andare ad una fiera d'arte contemporanea. In fondo che differenza ci sarebbe stata nel fruire il concetto della famosa banana di Maurizio Cattelan di presenza ad Art Basel Miami nel 2019 o in TV? Anche per il mercato dell'arte accadrร  quello che รจ giร  realtร  per altri settori; chi cercherebbe casa senza affidarsi a Internet? 


Fin qui nulla di realmente nuovo, ma tuttavia accadranno cose mai viste, vediamo perchรฉ. Il processo di digitalizzazione dell'arte contemporanea evidentemente renderร  fruibile milioni di opere d'arte online, tali opere saranno condivisibili e sarร  possibile utilizzarle per creare percorsi curatoriali complessi. Mi spiego, se per creare una curatela devo avere le opere fisicamente in un luogo, la quantitร  e qualitร  dei processi curatoriali รจ fortemente limitata ad uno spazio ed un luogo precisi. Se un curatore puรฒ creare percorsi studiati utilizzando opere presenti in luoghi diversi ed addirittura in tempi diversi, potrร  creare un valore aggiunto con il suo lavoro enorme. Curatori e critici nell'arte sono stati pochi e mal pagati, ma ciรฒ solo dovuto al problema del piccolo spazio fisico (al massimo un museo)  e della breve durata della visibilitร  delle opere (al massimo pochi mesi). Ciรฒ che avverrร  รจ che nasceranno curatori bravissimi, che avranno milioni di followers, solo grazie alla loro capacitร  di aggiungere valore a informazione giร  esistente, se vogliamo รจ quello che รจ avvenuto ai grandi DJ musicali.


Le opere andranno online e questo scatenerร  una corsa a raccontarle e valorizzarle, ciรฒ sarร  una grandissima opportunitร  per i giovani delle accademie.

Invero sempre piรน artisti produrranno opere digitali, che quindi nasceranno giร  nel digitale; le pareti delle nostre case saranno presto degli enormi wall digitali, cosรฌ i curatori potranno confezionare delle "playlist" artistiche adatte ai nostri gusti.


Il digitale sarร  l'unica piattaforma con cui si fruirร  arte.


Sembra una informazione molto forte, me ne rendo conto. Ma questo รจ il destino che avrรฒ tutto ciรฒ che รจ puramente informazione, e l'arte come visto lo รจ. Tutti sappiamo che i CD e anche i dischi in vinile hanno (forse dovremmo dire 'avevano') una qualitร  maggiore rispetto allo streaming di Spotify o iTunes...ma chi รจ rimasto ad comprare o usare i CD? Solo pochi appassionati esoterici. Ecco quello che accadrร  all'arte, senza troppa perdita di informazione sarร  fruita solo online.


Cittร  digitali. Perchรฉ ho fondato LIEU.CITY

Oltre a blog, eMarketplace, siti di eCommerce, social eccetera si sentirร  il bisogno di avere musei digitali, fiere digitali, atelier digitali...in una parola: cittร  digitali pensati per l'arte. Luoghi ove sia possibile catalogare opere, esporre opere, creare percorsi multimediali e curatele complesse ed in ultimo anche creare opere d'arte. Tutto questo รจ ciรฒ che mi ha spinto a fondare LIEU.CITY, uno spazio pensato in primis ai curatori. Gli operatori saranno costretti a digitalizzare le opere d'arte e gli utenti finali saranno felici di fruirle in prima battuta online, tuttavia serviranno nuovi strumenti da assegnare a chi ha il compito di valorizzare percorsi e diffondere questa nuova mole di informazione in arrivo.

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