E ora tutti possiamo fare Arte Algoritmica: la Rivoluzione Accessibile del Codice Creativo
- Deodato Salafia

- 2 nov
- Tempo di lettura: 1 min

Piattaforme come Claude, con le nuove funzionalità Artifacts (2025), hanno introdotto la possibilità per chiunque di generare arte algoritmica semplicemente descrivendo ciò che si desidera creare. Ma cosa significa esattamente “arte algoritmica” e perché rappresenta qualcosa di radicalmente diverso?
L’arte algoritmica: un’opera che non finisce mai
Nel vasto universo dell’arte digitale, l’arte algoritmica occupa uno spazio unico. La differenza fondamentale non sta solo nel processo di creazione, ma nella natura stessa dell’opera. Mentre un’immagine creata con Photoshop, una fotografia digitale o persino un’opera generata da Midjourney possono essere salvate, stampate e “congelate” in uno stato definitivo, l’arte algoritmica esiste come processo in continua evoluzione. Non è un prodotto finito da fruire passivamente, ma un sistema vivo che genera continuamente nuove varianti. Questa è la differenza fondamentale: l’arte algoritmica è processuale, non oggettuale. Lo spettatore non fruisce di un prodotto finito, ma partecipa a un processo generativo che non si conclude mai. Certo, si possono generare stampe da singoli momenti dell’esecuzione, ma ogni stampa sarebbe solo un’istantanea di un flusso continuo, come fotografare un’onda del mare.
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