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L’Inconscio Digitale: come l’IA rivela i nostri desideri estetici nascosti

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Ieri sera l’algoritmo di YouTube mi ha fatto scoprire un brano che descrive perfettamente un sentimento che non sapevo nemmeno di provare. Una melodia malinconica di un compositore estone che non conoscevo, apparsa nel mio feed senza alcuna logica. Eppure, in qualche modo, quella musica parlava direttamente a una parte nascosta di me che credevo inaccessibile. Come diavolo fa una macchina a intuire ciò che nemmeno noi sappiamo di desiderare?


Questa domanda, apparentemente innocua, ci porta dritti nel cuore di una delle rivoluzioni più silenziose e inquietanti del nostro tempo: la capacità dell’intelligenza artificiale di funzionare come uno psicoanalista involontario, rivelando attraverso i nostri comportamenti digitali l’esistenza di un vero e proprio inconscio collettivo algoritmico.



 
 
 

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