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Zero 10, l’arte digitale nel cuore di Art Basel Miami. Quali segnali?

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«Zero 10 riflette una convinzione strategica: l’arte digitale non è più ai margini, è diventata parte integrante di come l’arte e il mercato stanno evolvendosi in tempo reale», ha dichiarato Noah Horowitz, CEO di Art Basel, presentando la nuova piattaforma a Miami Beach 2025. Strategicamente Art Basel non aggiunge semplicemente un’area tematica, piuttosto mette a sistema l’idea che l’arte dell’era algoritmica meriti un’infrastruttura curatoriale dedicata.

Nel floor plan, Zero 10 occupa una posizione centrale, in dialogo con Meridians, e riunisce dodici tra gallerie e piattaforme digital-first: da Pace a bitforms, da Art Blocks ad AOTM, fino a Beeple Studios e SOLOS. Il visitatore non entra in un “ghetto digitale”, ma in un cluster che mette fianco a fianco opere generative on-chain, installazioni robotiche, ambienti immersivi e lavori AI-driven. Il risultato è una narrazione continua tra fisico e virtuale: non due mondi che si tollerano, ma un’unica filiera espositiva in cui cambia la tecnologia, non l’ambizione culturale.

Eli Scheinman, curatore della sezione, la definisce anzitutto come un gesto di sistema: «Zero 10 riunisce forze chiave dell’ecosistema dell’arte digitale — artisti, studi e gallerie — le cui pratiche stanno ridefinendo come l’arte viene prodotta, vista e collezionata». Il punto, quindi, non è elencare “nuovi media” possibili, ma sancire che queste pratiche hanno ormai massa critica per stare nel cuore della fiera e parlare al presente, non come eccezione ma come infrastruttura culturale.



 
 
 

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