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Quando l’imperfezione diventa lusso

Aggiornamento: 18 ore fa


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Nei prossimi anni avremo accesso a una quantità di bellezza sintetica senza precedenti. L’intelligenza artificiale generativa sta facendo crollare il costo marginale della produzione visiva verso lo zero: un’immagine perfetta, tecnicamente impeccabile, esteticamente calibrata potrà essere generata gratis ed in millisecondi. Questa inflazione del contenuto visivo — ancora agli inizi ma destinata ad accelerare —porterà con sé una conseguenza che cominciamo a intravedere: quando tutto sarà bello, niente lo sarà più. Quando la perfezione diventerà commodity, la perfezione smetterà di emozionare. E quando l’abbondanza si trasformerà in saturazione, il mercato si sposterà altrove, verso ciò che non potrà essere replicato, verso ciò che resterà scarso, ovvero, l’intenzione umana. L’arte — quella fatta da esseri umani, con le loro biografie, i loro corpi, le loro incertezze — diventerà il marcatore definitivo di valore, perché porta con sé qualcosa che nessuna macchina potrà mai riprodurre: la traccia di una scelta consapevole, di un percorso, di una fallibilità accettata. Sartre scrisse che l’uomo è condannato a essere libero, libero persino di morire. L’artista è condannato a scegliere, e ogni sua opera porta il peso di tutte le scelte non fatte, di cui resta inevitabilmente traccia nel suo manufatto.



 
 
 

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