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La fine dell’arte. Da Wittgenstein all’AI, passando per Arthur Danto


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È più rilevante l’artista, che fa arte, o il critico, che posiziona il lavoro dell’artista relazionandolo alla cultura del suo tempo, distrigandosi in una giungla di preposizioni, fatti e convinzioni? Lungi da noi rispondere, certo verrebbe da dire che senza l’artista non ci sarebbe il critico, ma ne siamo così sicuri? Chi si occupa di estetica analitica, ovvero di ontologia dell’arte, ovvero di cosa sia davvero l’arte, potrebbe ampiamente dibattere su questo tema, ed in effetti per cinquant’anni lo ha fatto.



 
 
 

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