Red Lines per l’IA: la fabbrica del consenso morale
- Deodato Salafia

- 3 ott
- Tempo di lettura: 1 min

Anatomia epistemologica di un appello
Il 22 settembre 2025, Maria Ressa ha presentato all’Assemblea Generale dell’ONU un appello firmato da oltre 200 personalità – 10 premi Nobel, ex capi di stato, pionieri dell’intelligenza artificiale – chiedendo “linee rosse” vincolanti per l’IA entro la fine del 2026. Pandemie ingegnerizzate, disinformazione di massa, manipolazione sistematica: i rischi elencati sono apocalittici, l’urgenza palpabile, i firmatari irreprensibili.Ma prima di chiederci cosa propongono, dovremmo chiederci cosa sta accadendo. Non è una proposta tecnica che cerca validazione – è un atto performativo che trasforma la natura stessa del dibattito, una questione tecnologica in imperativo morale, dove l’expertise cede il passo all’autorità e la precisione viene sacrificata per il consenso.Quando un tema passa dal dominio tecnico a quello morale, cambia il regime epistemologico – chi può parlare, come si valutano le affermazioni, cosa conta come argomento.Nel regime tecnico, la validità si misura con dati ed esperimenti. L’autorità deriva dalla competenza dimostrata. Il dibattito avviene tra esperti che condividono un linguaggio comune.Nel regime morale, la validità si misura col consenso di persone autorevoli. L’autorità deriva dal prestigio pubblico. Il dibattito avviene tramite appelli e pressione mediatica verso l’opinione pubblica.Questo passaggio non è degenerazione – è spesso necessario. Le questioni complesse che riguardano tutti non possono restare confinate nelle riviste specialistiche. Ma comporta una trasformazione: ciò che era discussione aperta diventa posizionamento morale; l’incertezza tecnica diventa certezza etica; il “probabilmente” diventa “evidentemente”.
.png)



Commenti