Theory Theory: lei non sa cosa credo di vedere (Come costruiamo il significato nell’arte)
- Deodato Salafia

- 9 mar
- Tempo di lettura: 1 min
Ti è mai capitato di trovarti davanti a un’opera d’arte contemporanea e pensare: “Ma cosa vuol dire?”. Oppure il contrario, sentirti profondamente toccato da un quadro astratto, mentre chi ti sta accanto lo liquida con un’alzata di spalle?
La verità è che non vediamo tutti la stessa cosa. Non perché i nostri occhi funzionino in modo diverso, ma perché il nostro cervello interpreta la realtà basandosi su modelli mentali che abbiamo costruito nel tempo. Questo è esattamente il punto centrale della Theory Theory, una teoria della percezione e della conoscenza che spiega come comprendiamo il mondo – e quindi anche l’arte – attraverso inferenze e ipotesi.
Non è un’idea nuova: filosofi e neuroscienziati come Alvin Goldman, Gopnik e Meltzoff, e Daniel Dennett hanno studiato il modo in cui formiamo teorie mentali per dare senso alla realtà. Il cervello, in sostanza, è un investigatore che raccoglie indizi, formula ipotesi e aggiorna continuamente la propria visione del mondo.
E questa dinamica è fondamentale nell’arte.
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